mercoledì 30 marzo 2011

ALCUNI CHIARIMENTI

Salve miei cari storici DEFELICIANI... 
Ci sono periodi storici complessi e difficili da decifrare.
In Italia il momento storico che va dal 1919 al 1924 fa parte di questa pericolosa lista...
Con questo schema possiamo chiarirci alcune idee e avere una visione più ordinata del momento storico immediatamente precedente al REGIME FASCISTA.




Ciao, il prof!

mercoledì 23 marzo 2011

CREPUSCOLARI

MARINO MORETTI
A CESENA
Piove. Mercoledì. Sono a Cesena,
ospite della mia sorella sposa,
sposa da sei, da sette mesi appena.
Batte la pioggia il grigio borgo, lava
la faccia della casa senza posa,
schiuma a piè delle gronde come bava.
Tu mi sorridi. Io sono triste. E forse
triste è per te la pioggia cittadina,
il nuovo amore che non ti soccorse,
il sogno che non ti avvizzì, sorella,
che guardi me con occhio che si ostina
a dirmi bella la tua vita, bella,
bella! Oh bambina, o sorellina, o nuora,
o sposa, io vedo tuo marito, sento,
oggi, a chi dici ora mamma, a una signora;
so che quell'uomo è il suocero dabbene
che dopo il lauto pasto è sonnolento,
il babbo che ti vuole un po' di bene.
«Mamma!» tu chiami, e le sorridi e vuoi
ch'io sia gentile, vuoi ch'io le sorrida,
che le parli dei miei viaggi; e poi,
quando poi siamo soli (oh come piove!)
mi dici rauca di non so che sfida
corsa tra voi, e dici, dici dove,
quando, come, perché, ripeti ancora
quando, come, perché, chiedi consiglio
con un sorriso non più tuo, di nuora.
Parli d'una cognata quasi avara
che viene spesso per casa col figlio
e non sai se temerla o averla cara;
parli del nonno ch'è quasi al tramonto,
il nonno ricco, del tuo Dino, e dici:
«Vedrai, vedrai se lo terrò di conto»;
parli della città, delle signore
che già conosci, di giorni felici,
di libertà, d'amor proprio, d'amore...
Piove. Mercoledì. Sono a Cesena,
sono a Cesena e mia sorella è qui
tutta d'un uomo ch'io conosco appena.
tra nuova gente, nuove cure, nuove
tristezze, e a me così parla, così
parla, senza dolcezza, mentre piove:
«La mamma nostra t'avrà detto che...
E poi si vede, ora si vede, e come!
sì, sono incinta: Troppo presto, ahimè!
Sai che non voglio balia, che ho speranza
d'allattarlo da me? Cerchiamo un nome...
Ho fortuna, è una buona gravidanza...».
Ancora parli, ancora parli; e guardi
le cose intorno. Piove. S'avvicina
l'ombra grigiastra. Suona l'ora. È tardi.
E l'anno scorso eri così bambina!

(da “Poesie scritte col lapis”, 1910)

CREPUSCOLARI


Desolazione del povero poeta sentimentale
dal Piccolo libro inutile 1906
 
I.
 
Perché tu mi dici: poeta?
Io non sono un poeta.
Io non sono che un piccolo fanciullo che piange.
Vedi: non ho che le lagrime da offrire al Silenzio.
Perché tu mi dici: poeta?
 
II.
 
Le mie tristezze sono povere tristezze comuni.
Le mie gioie furono semplici,
semplici così, che se io dovessi confessarle a te arrossirei.
Oggi io penso a morire.
 
III.
 
Io voglio morire, solamente, perché sono stanco;
solamente perché i grandi angioli
su le vetrate delle cattedrali
mi fanno tremare d'amore e di angoscia;
solamente perché, io sono, oramai,
rassegnato come uno specchio,
come un povero specchio melanconico.
Vedi che io non sono un poeta:
sono un fanciullo triste che ha voglia di morire.
 
IV.
 
Oh, non maravigliarti della mia tristezza!
E non domandarmi;
io non saprei dirti che parole così vane,
Dio mio, così vane,
che mi verrebbe di piangere come se fossi per morire.
Le mie lagrime avrebbero l'aria
di sgranare un rosario di tristezza
davanti alla mia anima sette volte dolente,
ma io non sarei un poeta;
sarei, semplicemente, un dolce e pensoso fanciullo
cui avvenisse di pregare, così, come canta e come dorme.
 

V.
 
Io mi comunico del silenzio, cotidianamente, come di Gesù.
E i sacerdoti del silenzio sono i romori,
poi che senza di essi io non avrei cercato e trovato il Dio.
 
VI.
 
Questa notte ho dormito con le mani in croce.
Mi sembrò di essere un piccolo e dolce fanciullo
dimenticato da tutti gli umani,
povera tenera preda del primo venuto;
e desiderai di essere venduto,
di essere battuto
di essere costretto a digiunare
per potermi mettere a piangere tutto solo,
disperatamente triste,
in un angolo oscuro.
 
VII.
 
Io amo la vita semplice delle cose.
Quante passioni vidi sfogliarsi, a poco a poco,
per ogni cosa che se ne andava!
Ma tu non mi comprendi e sorridi.
E pensi che io sia malato.
 
VIII.
 
Oh, io sono, veramente malato!
E muoio, un poco, ogni giorno.
Vedi: come le cose.
Non sono, dunque, un poeta:
io so che per esser detto: poeta, conviene
viver ben altra vita!
Io non so, Dio mio, che morire.
Amen.


Sergio Corazzini

mercoledì 16 marzo 2011

IL FASCISMO

Miei cari centogiornisti ecco a voi lo schema che abbiamo iniziato a scuola...
ciao, il Prof!

venerdì 11 marzo 2011

SAGGIO BREVE

Ci siamo? Siamo pronti ad un bel tuffo nell'argomentazione e nella dialettica?
Ieri e oggi ho fatto un'interessante "surfata" in internet e scandagliando gli abissi del web ho trovato un bel sito che spiega in modo schematico e semplice i passi fondamentali per costruire in modo idoneo un testo argomentativo come il "saggio breve" per le maturità.
Il sito contiene elementi preziosi anche per quel che riguarda l'articolo di giornale.
Guardatelo con attenzione e scaricate il saggio "Il potere della televisione", portatelo a scuola, che ne parliamo in classe Sabato.

Ecco il link:
http://www.guidamaturita.it/?page_id=685

ciao, il prof.

martedì 8 marzo 2011

PAROLE CHIAVE!

Ciao a tutta la V C!
Visto che la storia del novecento è sempre più intricata bisogna iniziare a metterla in ordine attraverso alcune parole chiave!
La Rivoluzione Bolscevica ha le sue:
-Bolscevico
-Rivoluzione del 1905
-Duma
-Rivoluzione del febbraio 1917 e dell'ottobre 1917.
-URSS
-NEP
-Lenin
-Zar Nicola II
-Armata Rossa (Trockij)




Se queste parole hanno un senso ed una collocazione precisa all'interno della Rivoluzione del 1917 allora siamo a "cavallo"... Se non tutte ci dicono qualcosa allora bisogna riguardare appunti e testo...
Ciao il Prof!